Nella letteratura scientifica lo stress è considerato la risposta biologica aspecifica del corpo a qualsiasi richiesta ambientale e si definiscono stressor i vari tipi di stimoli ambientali o agenti che suscitano tale reazione. In particolare, lo stress “emozionale o emotivo” che viene definito come l’incapacità di un soggetto ad adattarsi ad una situazione che lo stesso percepisce come pericolosa. Lo stress emozionale può influenzare una vasta gamma di funzioni fisiologiche e può generare mancanza di controllo su alcuni aspetti della propria vita, tra cui la fertilità. Si ritiene, infatti che lo stress sia tra le principali cause di infertilità idiopatica. Ma in che modo lo stress influenza la fertilità? La risposta va ricercata nell’effetto negativo che la tensione nervosa esercita sull’equilibrio ormonale, con conseguente compromissione della fertilità. Un’eccessiva quantità di ormonidello stress, come adrenalina, endorfina e cortisolo, va ad interferire con la regolare secrezione degli ormoni sessuali femminili (estrogeni, progesterone prolattina) alterando il ciclo mestruale e l’ovulazione, e complicando, di conseguenza, il concepimento.Infatti, secondo uno studio americano pubblicato sulla rivista scientifica Human Reproduction, diversi fattori di stress per l’organismo, aumentano il rischio di infertilità (Lynch CD et al., 2014). Lo studio prende in considerazione una coorte di 501 coppie nei 12 mesi precedenti alla ricerca della gravidanza. In particolare, le donne sono state sottoposte giornalmente al prelievo di saliva per esaminare la variazione del valore di cortisolo e α-amilasi, biomarkers dello stress, al variare degli stimoli. L’80% delle donne esaminate hanno completato il protocollo di studio e di queste, l ‘87% hanno avuto una gravidanza. È stato visto, tenendo conto dell’età femminile, razza, reddito, uso di alcol, caffeina e fumo di sigaretta, che le donne sottoposte a più alti livelli di stress, quindi, con il più alto valore di α-amilasi, esibivano una riduzione del 29% della fecondabilità che si traduceva in un rischio due volte maggiore di infertilità. Mentre non è stata trovata correlazione diretta tra la variazione dei valori di cortisolo salivare e fecondabilità. Ma vediamo come si realizza la risposta fisiologica dell’organismo allo stress: l’ipotalamo controlla gli ormoni sessuali femminili e secerne gli ormoni liberatori di gonadotropina (GnRH) all’inizio del ciclo mestruale. La gonadropina ordina all’ipofisi di secernere FSH (ormone follicolostimolante) che a sua volta stimola la produzione di estrogeni, LH (ormone luteinizzante) e progesterone. In momenti di grande stresso quando una donna soffre di stress cronico il progesterone si trasforma in cortisolo, l’ormone dello stress, che si produce biochimicamente come gli ormoni sessuali. Il risultato è una diminuzione dei livelli di progesterone nell’organismo. Allo stesso tempo, il livello di prolattina, secreta sempre dall’ipofisi si mantiene elevato poiché la dopamina, l’ormone del benessere diminuisce. Il livello di ormoni sessuali quindi, si abbassa e questo produce problemi mestruali e ovulatori. In conclusione, è importante tenere conto di questi fattori anche perché, l’aumento diadrenalina, oltre a causarestress emotivo, produce anche la liberazione di un’alta quantità di glucosio nel sangue, rendendo difficile un’adeguata digestione. La sovraesposizione a questi ormonipuò alterare i processi corporali ed essere causa di problemi oltre che digestivi e difertilità anche dicardiopatia e depressione.