L’endometriosi è una malattia caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale sottoforma di foci ectopici al di fuori della cavità uterine. E’ una delle patologie più frequenti e più indagate in campo ginecologico; la sua incidenza, infatti, nella popolazione generale delle donne in età fertile varia dal 10 al 20%. Si ritiene che l’insorgenza della malattia possa dipendere da una serie complessa di eventi che implicano una predisposizione genetica, anomalie del sistema immune, fattori anatomici e anche interferenza ambientali. Diversi studi mostrano che molti dei fattori di rischio per questa malattia sono collegati con l’esposizione agli estrogeni ambientali, ovvero a una varietà di prodotti chimici sintetici e residui naturali delle piante che si pensa imitino l’ormone estrogeno femminile. Questi ultimi, agiscono legandosi a una proteina specifica, il recettore per gli estrogeni, a cui normalmente si legano gli estrogeni endogeni, ma in questo caso il rischio è che possano trasmettere nel corpo o nei tessuti un segnale inadeguato. Questi residui si trovano ovunque intorno a noi. Li mangiamo, li beviamo, li respiriamo e li usiamo sul lavoro, nell’ambiente, nel giardino. Includono gli antiparassitari quali il DDT ora vietato, il Kepone, i difenili policlorati, prodotti naturali delle piante presenti nella nostra dieta, ed il DES (dietilsilbestrolo), farmaco usato per più di 20 anni per impedire gli aborti spontanei negli anni '40. L’uso comune del DES come promotore di crescita di feti animali e nel bestiame adulto è stato vietato negli anni '70, anni in cui si è visto che figlie delle donne che assumevano il DES hanno avuto un alto tasso di una forma rara di tumore cervicovaginale Attualmente sono in corso diversi progetti di ricerca volti a capire, quanto di questi prodotti chimici sta accumulandosi nel corpo, al fine di valutare la correlazione tra l’insorgenza di patologie ovariche e l’esposizione a fattori di rischio ambientali. Ci sono, infatti, possibilità che questi composti, possano svolgere un ruolo nelle malattie quali tumore alla mammella, utero ed ovaie; endometriosi e fibromi uterini.