Sono diversi i lavori scientifici che hanno come oggetto di studio gli effetti dannosi del tabacco sulla funzionalità riproduttiva maschile. Da queste evidenze emergerebbe che nei fumatori si osserva una diminuzione della qualità dei parametri seminali. Un recente studio pubblicato sulla rivista Reproductive Health ha comparato dei campioni di liquido seminale appartenente a 140 soggetti di cui 95 fumatori e 45 non fumatori. I fumatori sono stati distinti nelle categorie: lieve (< 5 sigarette al giorno), moderata (5-10 sigarette al giorno) e pesante (> 10 sigarette) e i loro campioni seminali sono stati valutati secondo i criteri stabiliti dal WHO 2010. I risultati di questo studio dimostrano che già nei fumatori moderati, il volume di liquido seminale, la percentuale di motilità, di forme normali e la concentrazione di spermatozoi sono notevolmente più bassi rispetto ai valori riscontrati nei campioni seminali del gruppo controllo non fumatore. Ma da che cosa dipende questo calo così drastico dei parametri seminali? Intanto si è visto che la riduzione del volume seminale è inversamente proporzionale al numero di sigarette fumate al giorno, mentre la riduzione della motilità potrebbe essere determinata dall’effetto mutagenico degli idrocarburi aromatici e dell’effetto tossico della nicotina che inducono una disfunzione a livello del microcircolo sanguigno del testicolo; riducendo di conseguenza il numero di globuli rossi che riforniscono le cellule del Leydig e del Sertoli, importantissime nel controllare il microambiente riproduttivo. Inoltre, la continua esposizione al monossido di carbonio determina una riduzione dell’emoglobina ossigenata, con un conseguente aumento delle specie reattive dell’ossigeno e una riduzione del trasporto di ossigeno agli spermatozoi causando un’insofferenza degli stessi in termini di motilità. Stesso discorso vale per la morfologia degli spermatozoi notevolmente compromessa dall’azione nociva delle sostanze tossiche e cancerogene contenute nel fumo di sigaretta. Altri importanti studi dimostrano come gli idrocarburi policiclici aromatici e la nicotina possono essere responsabili di atrofia dei tubuli seminiferi portando così ad un blocco della spermatogenesi. L’esposizione al fumo di sigaretta sembra essere dunque un importante fattore di rischio per le capacità riproduttive dell’uomo, fortunatamente questa infertilità è reversibile, ossia smettendo di fumare si recupera la propria fertilità (in media entro 1 anno). Se il fumo da un lato riduce la fertilità nelle persone che dispongano di un potenziale di fertilità integro, nel caso di pazienti che già presentino uno specifico fattore di infertilità, può ridurre sensibilmente le possibilità di successo, anche ricorrendo alle tecniche della procreazione medicalmente assistita. Sono inoltre in corso di studio dei lavori che indagano su come i componenti chimici del fumo di sigaretta possano influire sull’espressione e la regolazione di fattori genetici ed epigenetici delle strutture biologiche, compreso il DNA degli spermatozoi, le cui alterazioni potrebbero essere determinanti nell’insorgenza di gravi patologie nella prole.